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Esiste un paese al mondo dove la gente è andata in pensione prima dei quaranta anni, e in alcuni casi, determinate categorie di persone hanno lavorato appena quattordici anni sei mesi ed un giorno. E da quel momento si godono comodamente un pagamento mensile da parte dello Stato vita natural durante. Di quale paese parlo? Dell’Italia naturalmente!

Dal 1973 e fino al 1992 infatti, le persone potevano andare in pensione con appena 20 anni di contributi, e nel caso delle donne, sposate, con figli, la soglia si abbassava appunto a 14 anni, 6 mesi ed 1 giorno. In pratica, cominciando a lavorare a 20 anni, a 35 sareste potuti tranquillamente essere in pensione, e godervi il resto della vita con il contributo dello stato italiano.

Troppo bello per essere vero? Invece è verissimo!

L’INPS oggi paga per pensioni regolarmente erogate da prima degli anni 80’ circa € 7 miliardi l’anno. Un danno enorme per le casse dello Stato e per le nuove generazioni, tanto che l’OCSE stima che queste ultime potrebbero andare in pensione ad oltre 70 anni di età.

Come è potuto succedere tutto questo? La risposta è semplice: l’Italia in quegli anni era un paese che correva sia da un punto di vista economico che demografico. Per cui per ogni pensione pagata c’erano due e più lavoratori che sostenevano con i loro contributi la prestazione erogata.

Questo sistema era chiamato “retributivo”.

A metà anni ottanta le cose cominciano a cambiare, l’economia rallenta, la popolazione comincia a maturare, e si va velocemente verso un rapporto uno a uno tra pensionati e lavoratori, sia perché cominciano a diminuire le nascite, sia perché la vita media delle persone si allunga.

Nel 92 il governo Amato ha cercato di riparare parzialmente i danni introducendo il così detto “sistema contributivo” ovvero, la pensione sarà commisurata ai versamenti obbligatori che il lavoratore effettuerà all’INPS. Ma è chiaro che l’INPS gravata del fardello del debito pregresso pagherà sempre meno, e lo Stato tenterà sempre di più di allungare il periodo contributivo del lavoratore a scapito di quello pensionistico.

Ma esiste una soluzione. 

Sopratutto per i più giovani. 

Si chiama Fondo Pensione. 

Si tratta di fondi comuni in cui vengono accantonate delle cifre periodiche, libere e defiscalizzate, sulle quali verranno erogate delle prestazioni finanziarie una volta giunti all’età pensionabile. Prestazioni che andranno a colmare il gap pensionistico che si troveranno a vivere i lavoratori di oggi.

Fateci una riflessione.