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L’informazione contemporanea ci ha spesso abituati a leggere di storie di successi, soprattutto economici, di persone che con pochi sforzi e dal nulla sono diventate ricche se non ricchissime, alimentando quella tensione verso il successo economico a tal punto che, probabilmente, ognuno di noi aspetta fiducioso la sua occasione d’oro che lo renderà ricco e potente per sempre.

Invece, nella stragrande maggioranza dei casi non è cosi.

Vi racconto, a questo proposito, la storia di Ronald Wayne.

Non tutti sanno che tra i soci fondatori della Apple, oltre ai due famosi Steve Jobs e Steve Wozniak, esisteva un terzo socio, un certo Ronald Wayne che si occupava della contabilità della società.

Ebbene questo signore possedeva un 10% delle azioni della Apple che oggi varrebbero circa 200 miliardi di dollari, ma lui, poco fiducioso dell’operato di quei due ragazzi di venti anni decise, nel 1976, a pochi mesi dalla fondazione della Apple Computer, di vederle tutte per “ben” 800 dollari.

Fortunatamente nel primo anno di attività la Apple Computer vendette, appunto, computer per circa 174 mila dollari per cui si procedette alla trasformazione della società in una più solida forma societaria.

Vennero allora offerti a Wayne “ben” 1500 dollari per rinunciare a qualsiasi rivendicazione nella nuova società nascente.

Wayne chiaramente accettò.

Lo stesso Wayne inoltre, che aveva scritto l’”accordo di partenariato” che sanciva la nascita della Apple Computer, firmato dai tre soci, negli anni 90’ decise di vendere questa scrittura per “ben” 500 dollari. 

Nel 2011 il contratto fu venduto all’asta per 1,5 milioni di dollari.

La riflessione che voglio condividere con voi è:

E se esistesse un piccolo Wayne in ognuno di noi pronto a farci fare, puntualmente, la scelta economicamente sbagliata?

Quante volte avremmo bisogno di sbagliare e sbagliare per capire che alcune scelte esulano dalle nostre competenze?